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Fontane di Roma

 

 

Dai semplici nasoni, sparsi per vie e piazze, alle fontane che hanno storie e leggende alle spalle, Roma offre una collezione di giochi d’acqua che lascerà sorpreso il visitatore. Qui presentiamo un percorso alla scoperta delle fontane più suggestive di Roma. 

L’itinerario inizia da uno dei capolavori del maestro del Barocco Gian Lorenzo Bernini: l’imponente fontana dei Quattro Fiumi, collocata al centro di Piazza Navona. Realizzata alla metà del diciassettesimo secolo, l’opera è dedicata ai quattro grandi corsi d’acqua allora conosciuti (Danubio, Nilo, Gange e Rio de la Plata), rappresentati allegoricamente da imponenti statue di uomini. 

Sono sufficienti pochi minuti di cammino per le vie del centro storico per raggiungere piazza Mattei dove si trova un vero gioiello del tardo Rinascimento romano, la raffinata Fontana delle Tartarughe, che sorge in una delle poche piazze all’interno del Ghetto ebraico, la quale costituisce una delle attrazioni turistiche più ambite. Realizzata da Taddeo Landini, l’opera fu modificata dal Bernini, che aggiunse le piccole tartarughe dalle quali la fontana prende il nome. 

Terza tappa dell’itinerario è la celeberrima Fontana di Trevi, raggiungibile comodamente percorrendo via del Corso per circa cinquecento metri e poi svoltando a sinistra in via delle Muratte. La fontana, celebre per la scena del film “La Dolce Vita” di Federico Fellini, è uno dei luoghi più famosi di Roma.

La Fontana rappresenta una biga a forma di conchiglia trainata da cavalli, i quali sono preceduti da tritoni. Al centro la statua del Dio Oceano, realizzata da Pietro Bracci, mentre nelle nicchie laterali sono state realizzate le statue della Salubrità e dell’Abbondanza entrambe realizzate dallo scultore Filippo Della Valle.

In alto, nei due altorilievi si riconosce il Comandante romano Agrippa che dà l’ordine di costruire l’Acquedotto Vergine, da cui il nome all’Acqua Vergine appunto; nel secondo altorilievo a destra invece è la giovane donna (allegoria dell’acqua, vergine e pura) che mostra ad un soldato inginocchiato la sorgente. 

Il progetto del complesso della Fontana di Trevi è di Nicola Salvi, del 1700, ed è un notevole esempio di architettura e scultura che riprende i caratteri della precedente arte barocca. L’acqua della fontana è ancora oggi condotta a Roma dall’Acquedotto Vergine costruito nel 1 sec. AC..

Famosa la leggenda della fontana secondo la quale chi lancia una moneta con la mano destra, oltre la propria spalla sinistra  nella vasca stando però di spalle alla fontana, ritornerà sicuramente a Roma un’altra volta, per cui i turisti ripetono quotidianamente il rito del lancio della monetina per poter tornare così nella Città Eterna.

Attraversando alcune tra le vie commerciali più famose di Roma, si raggiunge poi un'altra delle fontane caratteristiche della capitale. Ai piedi dei centotrentasette scalini di Trinità dei Monti, in Piazza di Spagna si trova la Fontana della Barcaccia. Il disegno della nave è opera di Pietro Bernini, padre di Gian Lorenzo, e fu pensata anche per sfruttare al massimo la bassa pressione che l’acqua raggiunge in quel punto della città. 

A pochi metri, in via del Babuino, si arriva al termine di questo percorso dove sorge la piccola, ma caratteristica fontana che dà il nome alla strada stessa. L’uomo-scimmia posto sopra la vasca è una delle famose statue parlanti che animano alcune piazze storiche di Roma. 

Benché esterna all’itinerario, una fontana che non può essere tralasciata è quella dell’Acqua Paola. Sul colle del Gianicolo, a pochi metri dall’Accademia di Spagna, il “fontanone” (come lo chiamano i romani) e il panorama che offre è una meta irrinunciabile per tutti i turisti in visita a Roma.

 

 

Fontana del Mascherone

Non lontana dal prospetto posteriore di palazzo Farnese, la fontana venne voluta proprio da quest’ultimi, nel XVII secolo, e realizzata da Girolamo Rainaldi, architetto che ha realizzato le fontane gemelle su piazza Farnese.

La fontana è composta da una vasca rettangolare di porfido e da un mascherone con gli occhi sbarrati. Si dice, che all'epoca dell'influente famiglia Farnese, uscisse del vino, in occasione di particolari ricorrenze o cerimonie, come nel 1720, in occasione della celebrazione dell'elezione del nuovo Gran Maestro dell'ordine di Malta, ci fu un’altra fuoriuscita di vino.

 

 

 

 

Fontana delle Naiadi

Esisteva già in passato, era una piscina circolare con i bordi formati da rocce, e dai quali fuoriuscivano zampilli d’acqua. L’idea di rinnovare la fontana, fu di Papa Pio IX nel 1870, per festeggiare la fine dei lavori eseguiti nella zona chiamata“ Acqua Marcia”. Si affidò inizialmente all’architetto Alessandro Guerrieri, che però non convinse il papa, e così lo affidò a Mario Rutelli, il quale la terminò nel 1901. E’ stata un’opera da sempre discussa, specie  nel periodo della Roma Papalina (1800), perché veniva considerata, troppo sexy. Probabilmente per le sue 4 figure femminili in bronzo, che rappresentano 4 Ninfe ( giovani fanciulle); quella dei Laghi, che tiene con se un cigno, la Ninfa dei Fiumi su di un mostro acquatico, quella delle acque sotterranee su di un drago, e infine  quella  degli Oceani su un  cavallo marino. Il tutto arricchito da suggestivi zampilli d’acqua, è tra le fontane  più belle di Roma.

 

 

Fontana dei Dioscuri

Situata al centro di piazza del Quirinale, la fontana, chiamata anche Fontana di Monte Cavallo, fu voluta da Papa Sisto V (nel 1588), il quale fece trasferire I due Dioscuri (con rispettivi cavalli) dal tempio del Sole all’interno della piazza. L’opera fu poi arricchita da  una  vasca ottagonale di marmo bianco, opera di Domenico Fontana. Nel 1783 Pio VI decise di inserire l’attuale l'obelisco, che prima si  trovava nel  Mausoleo di Augusto, e ci riuscì  solo nel 1786 con l’aiuto dell'architetto Giovanni Antinori. Nel 1818, infine Papa Pio VII fece sostituire da Raffaele Stern la precedente vasca con  una grande conca di granito di circa 25 metri di circonferenza, che era stata, una delle 4 vasche che ornavano le antiche  terme di Nerone.

 

 

Fontana del Moro

La Fontana del Moro (situata all'estremità meridionale di Piazza Navona), fu voluta da papa Gregorio XIII Boncompagni, che aumentò la portata dell'acqua verso la piazza (prelevandola dall'Acquedotto dell'Acqua Paola), favorendo così l’inserimento dei giochi d’acqua nelle fontane. Il progetto della fontana fu affidato a Giacomo Della Porta nel 1574, creatore anche di quella all’altro estremo della piazza Fontana del Nettuno. Fu coadiuvato da Bartolomeo Gritti e da una squadra di scultori e scalpellini, che realizzarono gli elementi decorativi, delfini, tritoni, mascheroni dai volti umani e animaleschi o conchiglie, un repertorio proveniente  dal classico ma fortemente richiesti in quel tempo. Nel 1653, papa Innocenzo X Pamphilj, la fece completamente rinnovare affidando l’incarico al Bernini. La scultura centrale che da il nome alla fontana è stata disegnata dal Bernini ma eseguita da Giannantonio Mari (1655), in realtà la statua, rappresenta un muscoloso tritone che soggioga un delfino, ma è stata confusa per un Moro a causa dei suoi forti tratti somatici. Nel restauro del 1874 i quattro tritoni e le quattro maschere vennero sostituite da copie eseguite da Luigi Amici, gli originali si trovano, forse, in qualche deposito comunale. 

 

 

 

Fontana del Tritone

Realizzata da Gian Lorenzo Bernini tra il 1642-43, totalmente in travertino, fu voluta da  papa Urbano VIII Barberini, come si deduce dalle api presenti sulle code intrecciate dei quattro delfini, stemma appunto della famiglia Barberini, e situata in una zona, allora deserta, ma ex tenuta dei Barberini. La tematica della fontana è di tipo naturalistico ed è legata al mondo marino, con delfini, conchiglia e tritone. Ognuno di tali elementi si presenta abbastanza isolato uno dall'altro, ma il loro legame unificatore è offerto dall'acqua, l'idea del tritone deriva dalla Fontana dell'Aquila situata nei giardini vaticani. E' originalissimo il modo in cui il Bernini in questa opera  ricompone tutti gli elementi un una sintesi organica. Tale sintesi nasce dal desiderio del Bernini di portare un po' di natura in un contesto urbano e in una zona a quel tempo disabitata con lo scopo di dilettare non più solo i nobili, ma anche il popolo. Il recente restauro della fontana ha ridonato tutta la sua tutta originale magnificenza.

 

 

Fontana del Nettuno

E’ stata progettata dall’architetto Giuseppe Valadier, insieme alla fontana dei Leoni, situata al centro di piazza del popolo, allo scopo di valorizzare l’accesso nord della città. Fu ultimata nel 1823, si trova all’estremità settentrionale di piazza Navona e si compone di un’ampia vasca di travertino di forma semicircolare, sopra la quale una grande valva di conchiglia, raccoglie l’acqua riversata da una piccola tazza posta poco più in alto. La fontana è ornata da un imponente gruppo scultoreo disegnato da Giuseppe Valadier ma scolpito da Giovanni Ceccarini, dove l’elemento principale è rappresentato proprio da una statua raffigurante Nettuno con il suo tridente, ai piedi della quale trovano posto due statue di tritoni appoggiati a delfini. Recentemente restaurata.

 

 

 

 


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